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Passeggiare e mangiare a Rimini
sulle tracce dei film di Fellini
DI GIULIA UBALDI
La mia bisnonna era romagnola, di Meldola, e questo fatto l’ho sempre sentito tantissimo, nonostante poi di fatto sia i miei nonni che i miei genitori abbiano sempre vissuto a Milano. Però alcune cose sono rimaste: i cappelletti da fare tutti insieme prima di Natale, un bicchiere di vino sempre in tavola, un amore incondizionato per le tagliatelle al ragù (che lei stendeva a mano tutti i giorni), lo zabaione come cura per ogni male e in generale il cibo e il mangiare come panacea per tutto.
Non da meno, mi sono sposata in Romagna, in quel tempio della cucina romagnola che è La Locanda Della Campanara, proprio a pochi passi da Meldola.
Ma ora ci spostiamo da quella meravigliosa terra di campagna che è la Romagna interna, per andare sul mare, più conosciuto invece per i suoi grandi hotel, le lunghe distese di spiagge, le discoteche etc. Ma non solo: negli ultimi anni la riviera romagnola è cambiata pullulandosi di nuove proposte gastronomiche e rinnovandosi in generale, soprattutto Rimini. Ma per fortuna non è cambiata troppo e ha mantenuto quel meraviglioso fascino felliniano, tant’è che oggi sembra di essere in uno dei suoi film.


Passeggiare a Rimini sulle tracce di Fellini
In realtà sono stati girati a Rimini solo due film di Fellini, ma come vedremo la sua città natale gli è stata di ispirazione anche per tutti gli altri. Possiamo dire che Rimini è un po’ divisa in quattro parti, tutte con atmosfere molto diverse tra loro. C’è la riviera sul mare con i grandi hotel e le distese di spiagge, il centro storico con intorno anche le sue parti residenziali, poi il porto e infine quel gioiello di Borgo San Giuliano, oggi completamente rimesso a nuovo. Attraverso queste quattro zone, si distribuiscono dieci tappe per ripercorrere la vita e i film di Fellini:
- Iniziamo dalla casa dove è nato, che si trova in via Dardanelli, per anni si è creduto al numero 60, poi si è scoperto al numero 10; in seguito il regista ha cambiato varie case, da Corso Augusto a Via Dante.
- Borgo San Giuliano, perla indiscutibile di Rimini, anticipata dal suo secolare ponte di Tiberio, dove sulle varie casette colorate sono stati dipinti murales che riproducono personaggi e scene dei film di Fellini, tutto in suo onore.


3. Il Molo di Rimini, o meglio “la palata”, il termine con cui tutti i riminesi chiamano l’ultimo tratto di porto. È il percorso pedonale che va da piazzale Boscovich alla cima del molo, il luogo che ha ispirato Fellini per l’apparizione notturna del transatlantico Rex, nel film Amarcord.
4. Piazzale Federico Fellini, la piazza in suo onore, con al centro la Fontana dei Quattro Cavalli e la Fellinia, la Grande Macchina fotografica realizzata a mano da Elio Guerra.
5. Il Grand Hotel, sontuoso e in pieno stile Belle Époque, simbolo per Fellini del proibito e dei suoi desideri giovanili, dove è stata girata una delle scene principali di Amarcord.

6. Il centro storico di Rimini, con le sue piazze dove sono state girate varie parti di Amarcord. Qui merita in assoluto una tappa anche il Mercato Coperto!
7. Il Museo Fellini distribuito tra l’antico Castel Sismondo, dove nelle sale ritroviamo le atmosfere di vari film di Fellini; Palazzo del Fulgor, che invece è più un viaggio nel suo immaginario, dove si trova la rinocerontessa con cui tutti si fanno una foto (film E la nave va); e Piazza Malatesta che richiama il girotondo finale di 8 ½.
8. Il Cinema Fulgor, dove Fellini ha visto i suoi primi film, anch’esso presente in Amarcord, oggi riaperto al pubblico con una programmazione regolare.
9. Il Cimitero Monumentale, dove si trova un monumento di Pomodoro per Fellini, sua moglie Giulietta e suo figlio Pier Federico.
10. Infine, ci spostiamo a pochi chilometri fuori da Rimini per andare a Santarcangelo di Romagna, dove al Ristorante Zaghini Fellini passava un sacco di tempo insieme a Tonino Guerra ed altri personaggi del cinema.

Fellini e la cucina
Sul rapporto tra Fellini e la cucina ne parla il libro “A tavola con Fellini”, scritto dalla sorella Maddalena, con tutte le loro ricette di casa e di famiglia. Qui apprendiamo che preferiva da sempre sapori semplici come la pasta in brodo o gli spaghetti al pomodoro. Non amava perdere tempo al ristorante, si innervosiva se lo facevano aspettare tra il primo e il secondo. E c’erano per lui degli argomenti tabù a tavola come la politica e il calcio. Preferiva parlare degli scherzi che si facevano ai tempi della scuola, di favole, sogni, donne o altre notizie curiose. Perché per lui curiosità e profondo desiderio dell’incontro con l’altro sono sempre stati inesauribili nella vita come nel cinema non si è mai fermato di fronte alle dimensioni più nascoste dell’anima e del comportamento umano, come dimostrano i suoi film. Eppure, tanto era geniale nel suo lavoro, quanto era abitudinario e monotono nei cibi. Infatti, sono tre le donne fondamentali che hanno cucinato per lui praticamente quasi sempre le stesse cose: sua nonna Ida, romana da sette generazioni, di cui adorava le polpettine di bollito con uvetta sultanina, che ancora oggi cucinano in suo onore in alcuni ristoranti di Roma come alla Trattoria Dal Toscano o Cesaretto; spaghetti al tonno, pollo alla cacciatora e ciambella. Poi c’era Zia Giulietta, emiliana doc, che faceva sempre quantità industriali di minestrone, tagliatelle al ragù e pollo alla diavola. E infine sua sorella Maddalena, autrice del libro, che per lui cucinava proprio i piatti di casa, di famiglia, come i cassoncini fritti con gli spinaci, i passatelli in brodo, il brodetto e la zuppa inglese, il suo dolce preferito in assoluto, dessert per eccellenza dell’Emilia Romagna.

13 tappe dove mangiare a Rimini
Come Fellini, non posso nascondere una certa preferenza per i piatti della cucina romagnola, sia di terra che di mare. Ecco qui una selezione di 13 tappe per me imperdibili a Rimini:
- La Piada, il cibo nazionale dei romagnoli come la definì il poeta Pascoli, è d’obbligo dalla Lella.

2. Colazione dalla Jole, il bar del Porto, istituzione riminese aperto tutte le mattina alle 5 dagli anni Settanta
3. Colazione da Pane nostro, per iniziare subito la giornata con piadine e cassoni, ma anche frutta e torte
4. Spaghetti alle vongole al Ristorante Marlin, sia nella versione antica dei pescarori rossa che classica bianca (che io preferisco)
5. Patacotc, una pasta fresca romagnola, con Goletta e verdure di stagione all’Osteria de Borg, nel cuore di Borgo San Giuliano.

6. Tagliolini allo scoglio (e anche i passatelli in brodo) dalla Marianna, punto di riferimento per mangiare pesce al borgo San Giuliano
7. Spaghetto al pomodoro da urlo da Chi Burdlaz (e anche varie carni prevalentemente argentine)
8. Tagliolini fatti a mano con le vongole (senza guscio) al Circolino, dentro a un circolo di tennis
9. Cozze alla marinara al Bar Tripoli al 42 (a Rimini ci si capisce dicendo il numero del bagno)
10. La rustida, cioè il pesce grigliato direttamente sulla spiaggia e fornarina al 26
11. Fritto misto, perfettamente fritto al Bistrot del Mare al 28 (anche i primi non sono male)
12. Pizza, quella classica senza declinazioni all’Osteria Pizzeria le Logge
13. Gelato artigianale con mille gusti alla Gelateria 3 Bis


Vi starete chiedendo com’è possibile che nella mia lista manchino le tagliatelle al ragù… Per queste, ci spostiamo di qualche chilometro da Rimini e andiamo in quel meraviglioso paesino che è Santarcangelo di Romagna, in quel tempo delle tagliatelle che è Zaghini, dove andava sempre Fellini e Tonino Guerra e che proprio quest’anno festeggia 130 anni di attività, aperto dal 1895. Anche se per tutti i romagnoli le tagliatelle saranno sempre migliori quelle fatte in casa. Sempre qui, abbiamo provato (e vi consigliamo) anche il suo dolce preferito: la zuppa inglese.
La ricetta della zuppa inglese
È il dolce per eccellenza dell’Emilia Romagna, nato proprio qui ma che ritroviamo con varianti differenti anche in altre regioni italiane quali Lazio, Marche, Toscana, Umbria e Abruzzo. Ma perché se è così “italiano” si chiama inglese? Il nome deriva dal fatto che nella sua ricetta originale conteneva rum, il liquore tipico dei marinai inglesi, mentre oggi l’ingrediente fondamentale è il liquore alchermes. Noi l’abbiamo mangiata al ristorante da Zaghini di Santarcangelo di Romagna, ma la ricetta che vi diamo è della Marianna, punto di riferimento per mangiare pesce (ma non solo) al Borgo San Giuliano.

INGREDIENTI
12 savoiardi
5 uova
30 gr maizena
20 gr cacao in polvere
500 ml di latte
110 gr di zucchero
1 bicchiere di alchermes
1 baccello di vaniglia
PROCEDIMENTO
Portare il latte ad ebollizione con il baccello di vaniglia, a parte in una ciotola sbattere il rosso d’uovo con lo zucchero e aggiungere la farina. Versare il latte caldo nella ciotola continuando a mescolare e riversare nella pentola calda del latte.
Girare continuamente con frusta fino a bollitura e spegnere dopo aver raggiunto una discreta consistenza di cremosità. Dividere la crema ottenuta in due parti: una parte va raffreddata su una teglia coperta da pellicola, la seconda va unita al cacao e raffreddata con le gialla.
Bagnare i biscotti con l’alchermes ed in una pirofila stendere uno strato di biscotti, uno di crema al cacao, un altro strato di biscotti ed uno di crema gialla.
Far raffreddare e spolverare di cacao. Servire davanti a un film di Fellini!

Foto di Veronica Frison e Giulia Ubaldi